Lo dice uno studio interuniversitario guidato dall’Università Iulm di Milano finanziato nell’ambito del progetto Axía
In riferimento alla Giornata Mondiale dell'Ambiente istituita dall’ONU e celebrata ogni anno il 5 giugno in tutto il mondo, assumono particolare significato alcuni dati estrapolabili dalla ricerca: “I principi della sostenibilità, dai valori dichiarati al comportamento di consumo alimentare. Analisi del ruolo dei media nella costruzione e diffusione della rappresentazione sociale della sostenibilità” finanziata nell’ambito del progetto Axía, promosso dal gruppo Nestlé in Italia in collaborazione con CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), finalizzato a promuovere la ricerca scientifica per poi diffondere alla collettività i risultati ottenuti.
Lo studio, un’indagine quantitativa condotta nel 2011 dal gruppo di ricerca dell’Università IULM di Milano e coordinata dal prof. Vincenzo Russo (tra gli atenei coinvolti anche le Università di Palermo, di Catania e la Statale di Milano), ha permesso di indagare sui temi della sostenibilità con un campione di 1.000 soggetti, dai 18 ai 30 anni, su tutto il territorio nazionale.
I giovani italiani sono davvero sostenibili? Dalle risposte raccolte dalla somministrazione di una batteria di domande tesa a scoprire le loro abitudini rispetto a comportamenti più o meno sostenibili (ogni quanto compi una determinata azione?), si è rilevato che più del 50% del campione ha un profilo non ben definito, con ragazzi che compiono sempre alcune azioni giudicate sostenibili, mentre non ne compiono mai altre. Il 33%, inoltre, non si dichiara sostenibile (punteggio da 1 a 5), contro un 23% del campione che ritiene invece di essere molto sostenibile (punteggio da 8 a 10). Una fascia consistente di giovani si comporta in maniera non sostenibile (il 19% butta spesso la spazzatura tutta nello stesso sacco, il 20% acquista raramente prodotti locali).
Ma quindi cosa vuol dire per i giovani sostenibilità? Principalmente emerge che la sostenibilità si lega principalmente alla tutela della natura (58%), ma non solo. Il concetto comprende diverse dimensioni, che vengono in misura diversa riconosciute dai soggetti, anche dai più giovani. Quindi sostenibilità è anche futuro (35%), genuinità (33%), buon senso (26%) e rispetto dell’uomo (24%). E’ curioso come non sia altruismo (9%) o amore (7%). Tutelare la natura, per i giovani, non vuol dire solo tutelare il futuro degli altri e per gli altri, ma prima di tutto il proprio.
Si è anche rilevato, di contro, come alcuni comportamenti, raccolta differenziata (88%), risparmio dell’energia elettrica (91%), acquisto di prodotti locali (80%), consumo di cibi biologici (56%), sia entrato a far parte della normale routine nella maggior parte dei ragazzi dai 18 ai 30 anni (le percentuali si riferiscono ad almeno 1/2 volte a settimana. Le percentuali su almeno 3/4 volte a settimana sono rispettivamente 75% 82% 45% 33%).
IL PROGETTO AXĺA
La ricerca è una delle quattro selezionate finanziate nell’ambito del progetto Axía, promosso dal gruppo Nestlé in Italia in collaborazione con CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e finalizzato a promuovere la ricerca scientifica per poi diffondere alla collettività i risultati ottenuti. Axía ha dimostrato che è possibile realizzare un progetto di responsabilità sociale e di comunicazione sostenibile che crei valore e opportunità per Imprese, Università, Società Civile. Ha anche reso possibile a decine di giovani docenti, ricercatori e dottorandi (selezionati in base a meriti, titoli e attitudini) di sviluppare progetti innovativi negli ambiti dell’alimentazione e della sostenibilità.
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