Milano, 18 novembre 2024 - Ogni giorno, ciascuna delle nostre scelte e delle nostre abitudini – dall’alimentazione alla qualità del sonno, dall’attività fisica alla serenità mentale – contribuisce a un cammino lungo e affascinante: la longevità. E se, oltre la durata della vita, potessimo anche arricchirne la qualità? Questa domanda, carica di opportunità, è al centro dell’Età senza Età[i], la nuova edizione dell’Osservatorio Nestlé, con la quale l’Azienda ribadisce la propria missione di supportare il benessere fisico e mentale, incoraggiando abitudini alimentari che favoriscano una longevità attiva e soddisfacente per tutti.
“L’Età senza Età” è un’indagine che abbraccia quattro generazioni, esplorando come giovani, adulti e anziani possono unirsi in un percorso di salute e benessere mentre transitiamo da una società della vecchiaia a una della longevità. È certamente uno sguardo olistico perché, come confermano anche precedenti studi dell’Osservatorio Nestlé, le emozioni influenzano quanto e ciò che scegliamo di mangiare, e il cibo che consumiamo, può nutrire sia il corpo che lo spirito, in un circolo virtuoso in cui salute e benessere si alimentano reciprocamente.
Sulla percezione dell’età e dell’invecchiamento che abbiamo noi italiani, analizzando i risultati nasce spontanea la domanda ironica “vecchio a chi?”: il 51% degli italiani si sente infatti più giovane della propria età, con una concentrazione tra i 55-64 anni (58%) e i 65+ anni (69%), segno di un forte desiderio di continuità e vitalità mentale nelle fasce più avanzate. Il 63% dei 55-64 anni si sente mentalmente più giovane, e questa percentuale cresce al 69% tra i 65+. Tuttavia, in termini di efficienza fisica, solo il 40% dei 55-64 anni si sente più giovane, a indicare che il declino fisico viene percepito in modo più marcato rispetto a quello mentale. Per il 36% degli italiani oltre i sessant’anni, la vecchiaia incomincia quando si smette di fare progetti.
Commenta Nic Palmarini, Direttore del National Innovation Centre for Ageing (NICA) del Regno Unito, CEO di Voice Italia Social Enterprise e Co-Founder di Edelman Longevity Lab: “L’impegno, la partecipazione, il contribuire a creare un mondo migliore per sé o gli altri, o – semplicemente – avere un obiettivo in grado di sfidarci e collocarci nel futuro rappresenta un driver cruciale. È quello che gli inglesi chiamano ‘purpose’ e che potremmo provare a tradurre con “senso della vita”. Ne parliamo ogni giorno per tenere la nostra mente attiva, per spronarci ad alzarci dal divano o smettere di scrollare Instagram, ma qui è nero su bianco: è quello che stabilisce il confine tra sentirsi o meno vecchi”.
Pur sentendoci più giovani rispetto alla nostra età anagrafica, siamo tutti preoccupati dell’avanzare degli anni. E mentre oltre il 45% dei più giovani, 18-34 anni, è in ansia per l’aspetto fisico e i cambiamenti estetici, per il 50% dei 35-45enni e il 55% dei 45-54 anni è il mantenimento della forza fisica ad essere la preoccupazione centrale. Mentre è sugli aspetti legati al senso profondo di dignità che le ansie degli italiani si acuiscono: il timore del declino cognitivo e mentale, e della perdita di autonomia sono sentiti da tutti, diventando una vera e propria preoccupazione per un’alta percentuale delle generazioni 55-64enni e 65+.
A dispetto del concetto di ‘ageismo’ che vede le generazioni come status a sé, diverse sono le cose che accomunano tutte le età, soprattutto la preoccupazione per la solitudine e l'isolamento, più marcate addirittura nelle generazioni più giovani (18-34 anni, 27% e 35-44, 21%), mentre nelle età più avanzate, incide del 19% e addirittura del 17% sugli over 65, quasi a riprova di una ritrovata ‘serendipità’.
Spiega Palmarini: “Non esiste un ‘loro’ e ‘noi’. Quegli anziani che pensi siano chissà cosa o chissà chi, assomigliano a qualcuno che conosciamo benissimo. Le cose che temiamo della vecchiaia, ad esempio, sono praticamente le stesse a qualsiasi età. Le potrei riassumere con la parola “dignità”. Vogliamo che ci venga preservata e riconosciuta la nostra dignità di persone – di essere autonomi, di non diventare un oggetto, di avere la possibilità di essere consapevoli delle nostre scelte grazie a una mente che funziona. Viene anche sfatato, finalmente, il mito secondo cui solitudine o isolamento siano paure degli anziani quando chiaramente è una delle cose che preoccupa di più i ragazzi”.
L'alimentazione è, per fortuna, associata al piacere per tutte le fasce d'età, ma solo il 20% della popolazione italiana considera il nutrimento un modo per vivere più a lungo. Tra i 18-34 anni, la fascia di età che può ancora permettersi di ‘sgarrare’ e pasteggiare a patatine e junk food senza sensi di colpa, c’è una percezione maggiore di felicità associata al cibo (oltre il 25%).
Circa il 60% dei 55-64enni e 65+ ha ridotto la quantità di cibo consumata e oltre la metà afferma di aver migliorato la qualità e la leggerezza della propria alimentazione riflettendo una crescente attenzione verso un’alimentazione più leggera e sana. Inoltre, 1 italiano su 3 ha aumentato il consumo di integratori e frutta secca negli ultimi anni.
Commenta Giuseppe Fatati, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Nestlé e Presidente di Italian Obesity Network: “Sembrerebbe che gli italiani abbiano adottato abitudini più sane, con l’aumento del consumo di frutta, verdura e legumi. La metà dei 55+ ha diminuito il consumo di carne. I 65+ evitano anche i dolci. Inoltre, 2 su 3 tra gli over 65 hanno diminuito la propria alimentazione negli ultimi anni. Questo dato si presta a diverse osservazioni non tutte positive. Se consideriamo positivo per i giovani ridurre l’introito calorico, non siamo certi che lo stesso concetto sia valido per i meno giovani ed è un dato da analizzare con molta attenzione”
Lo stile di vita cambia sensibilmente in base alla fascia d’età: se infatti i 18-34 fanno movimento e si dedicano a degli hobby, e stimolano la mente con attività social e app sul cellulare, i 35-54 dedicano molto tempo a lavoro e figli, i 55+ sono invece più legati alla televisione. I 65+, avendo smesso di lavorare, si possono dedicare ad attività secondarie, volontariato, ma anche amici e nipoti e, per svagarsi, privilegiano lettura, parole crociate e programmi televisivi.
Spiega Fatati: “La longevità non è solo una questione di genetica; le nostre abitudini quotidiane, dalla dieta allo stile di vita, sono fattori determinanti. Educare le persone su questi aspetti e promuovere uno stile di vita sano è fondamentale per un futuro dove tutti possano invecchiare con qualità”.
I dati evidenziano chiaramente un'Italia attenta al benessere e aperta a strategie innovative per vivere meglio e più a lungo. Ma a fronte di una fotografia così chiara, alla fine, esiste ancora una domanda che stimola una riflessione e condivisione profonda sul proprio percorso di vita, come un ponte che unisce il passato e il presente. E cioè, “Se potessi dare dei consigli al/alla te da giovane, quale consiglio ti daresti?”. Tutte le generazioni (si) raccomandano di vivere il più possibile attraverso esperienze significative, come viaggiare e studiare. In particolare, i 55+ (si) consigliano attività fisica regolare e una buona alimentazione. Le generazioni più mature, in particolare i 65+, (si) consigliano di passare più tempo con le persone care. I più giovani, come i 18-34, (si) raccomandano una particolare cura della propria salute mentale.
Nic Palmarini aggiunge che “Ognuno di noi invecchia diversamente e vede la vecchiaia sempre come la prima asticella rappresentata dalla decade che si trova davanti. Per un ventenne, un vecchio è uno di trent’anni e così via. Il che ci ricorda come sia decisivo e necessario aiutare tutti tutto l’arco della vita per evitare quella stupida sorpresa che ci coglie quando raggiungiamo i sessanta. Come se non l’avessimo sempre saputo che sarebbe successo”.
L’Osservatorio l’Età senza Età di Nestlé, offre spunti per un futuro in cui l’età non è solo un numero ma una risorsa preziosa, un futuro costruito insieme, grazie al contributo di ogni generazione, al valore delle piccole abitudini quotidiane e alla scoperta di nuovi orizzonti della scienza nutrizionale. Da sempre attenta a promuovere uno stile di vita sano e bilanciato, Nestlé si dedica a offrire soluzioni alimentari che rispettano i bisogni in evoluzione della popolazione italiana, affinché ciascuno possa affrontare al meglio ogni fase della propria vita.
Conclude Palmarini: “La scelta fatta da Nestlé di sostenere questo osservatorio è un segnale fortissimo al mercato e a tutte le imprese, indipendentemente dal loro settore merceologico. È la scelta di una organizzazione globale di abbracciare una visione orizzontale e olistica sul tema del corso della vita e guardare l’evoluzione di un Paese che cambia. Spero che questo osservatorio longevità sia il primo di una lunga serie che ci aiuterà anno dopo anno a decodificare non solo chi stiamo diventando, ma – soprattutto – chi vorremo diventare”.
L’Osservatorio L’Età senza Età di Nestlé si impegna a proseguire su questa strada, per approfondire sempre nuovi orizzonti legati all’alimentazione in relazione alla salute e alla longevità, e ampliando la collaborazione con esperti e ricercatori. Il futuro dell’Osservatorio vedrà sempre più il coinvolgimento di comunità e partner scientifici, per poter sviluppare linee guida concrete e raggiungere un numero crescente di persone, con l’obiettivo di costruire una società più sana, longeva e consapevole.
Gruppo Nestlé
Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.
Nel 2023 Nestlé ha celebrato 110 anni di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.
L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.
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[i] Sondaggio svolto da YouGov per Nestlé su un campione di più di 1.000 persone rappresentative della popolazione italiana.