A provocarla, soprattutto nelle persone anziane o in quelle colpite da malattie neurologiche (Alzheimer, Parkinson, ictus, sclerosi multipla) è soprattutto il danneggiamento o l'invecchiamento dei centri nervosi che controllano la deglutizione e l'apertura o la chiusura delle vie alimentari rispetto a quelle respiratorie.
Secondo la Federazione logopedisti italiani la disfagia colpisce il 33-43% nei pazienti con sclerosi multipla, il 40-80% nei colpiti da un ictus cerebrale, il 50-90% negli affetti da morbo di Parkinson, ma anche un anziano su cinque ne soffre, anche senza la presenza di una particolare malattia. Un problema diffuso, dunque, ma spesso sottovalutato, perché si tende a considerarlo inevitabile per chi è anziano o malato.
Gli strumenti per la diagnosi tempestiva
Il primo passo per vincerlo è invece una diagnosi tempestiva. E per fare questo il medico di famiglia ha oggi a disposizione pratici e veloci strumenti per individuare il disturbo, come lo EAT-10, un semplice questionario che in dieci domande consente al medico di capire se il paziente è a rischio di disfagia.
Il ruolo dei familiari
Un ruolo importante è affidato anche ai familiari, soprattutto se chi soffre di disfagia è poco autosufficiente, perché molto anziano o colpito da una malattia neurologica. Si possono infatti utilizzare semplici accorgimenti pratici per ridurre i rischi provocati dalla disfagia.
Per citarne uno, vanno evitati gli alimenti di consistenza mista, liquida e solida che possono mandare in confusione il sistema della deglutizione: per questo motivo, per esempio, è sconsigliato il brodo con la pastina. Vanno invece preferiti cibi soffici e dalla consistenza omogenea, come il purè e i budini. E a differenza di quanto si crede, anche i liquidi possono essere molto pericolosi per chi soffre di disfagia.
I rischi della disfagia: polmonite e malnutrizione
Per ridurre il rischio che una bevanda possa andare di traverso, sono disponibili prodotti addensanti, cioè che trasformano i liquidi in alimenti gelatinosi, senza alterarne il gusto e l'appetibilità. Perché oltre alla cosiddetta "polmonite ab ingestis", cioè la polmonite provocata appunto da parti di cibo o liquidi che finiscono nei polmoni, la disfagia è responsabile di un'altra pericolosa conseguenza: la malnutrizione.
Gli alimenti particolari
Chi fa fatica nella deglutizione, a volte senza rendersene conto, tende a mangiare sempre meno, con serie conseguenze riguardo il proprio stato di salute. Niente paura, però: anche per questo problema esistono soluzioni adattate alle necessità della persona, come alimenti particolari a consistenza modificata, che forniscono proteine, calorie e nutrienti bilanciati, vere e proprie "cariche di energia", utili per chi è malnutrito, a rischio di malnutrizione, oppure disfagico.
I medici di famiglia sono sicuramente in grado di fornire molti altri consigli utili, e per maggiori informazioni è possibile chiamare il numero verde 800-434434.