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No alla deforestazione

Ci impegniamo per fermare la deforestazione
No alla deforestazione
Emily Kunen  

Di Emily Kunen - Global Responsible Sourcing Leader di Nestlé per l’olio di palma e il pesce

Le foreste sono fondamentali per la nostra esistenza. Coprono il 30% della superficie terrestre e svolgono un ruolo vitale negli ecosistemi come assorbitori di carbonio e fonte di biodiversità. Le foreste sono necessarie anche per miliardi di persone, compresi molti agricoltori vulnerabili, che dipendono da loro per il proprio sostentamento.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) stima che ogni anno vadano persi 7,3 milioni di ettari di foresta. La deforestazione causa l’estinzione delle specie, il peggioramento degli effetti del cambiamento climatico e la distruzione dei mezzi di sostentamento delle persone e degli ecosistemi naturali su cui tutti noi facciamo affidamento come fonte del cibo che mangiamo.

Dobbiamo affrontare con urgenza il problema della deforestazione.

Progressi costanti

Nel 2010, Nestlé si è impegnata a porre fine alla deforestazione legata al suo sistema di approvvigionamento entro il 2020 (pdf, 205Kb). Dal 2010, abbiamo lavorato sul nostro sistema di approvvigionamento per trasformare questo impegno in realtà. Abbiamo incluso un requisito No Deforestation, No Peat, No Exploitation (NDPE) nel nostro Responsible Sourcing Standard (pdf, 2Mb), e abbiamo mappato il nostro sistema di approvvigionamento per identificare l’origine dei prodotti e valutare il rischio di deforestazione. Abbiamo fatto progressi, ma ci troviamo ancora di fronte a delle sfide, molte delle quali non siamo in grado di risolvere da soli. Per questo motivo, il mese scorso, siamo entrati a far parte dello High Carbon Stock Approach (HCSA) Steering Group.

A partire da febbraio 2018, il nostro processo di produzione è certificato libero dalla deforestazione al 63% (pdf, 90Kb) per i nostri cinque principali prodotti connessi al rischio di deforestazione. Continuiamo a fare progressi facendo valutazioni, sponsorizzando iniziative per la tutela dell’ambiente e coinvolgendo i piccoli proprietari terrieri.

Per esempio, a settembre abbiamo annunciato che, entro la fine dell’anno, avremo monitorato il 100% del nostro sistema di approvvigionamento di olio di palma utilizzando la tecnologia satellitare. Nel 2019 faremo lo stesso anche per la cellulosa e la carta e, in una fase successiva, per la soia.

Puntiamo a sistemare i nostri sistemi di approvvigionamento per modificare i processi e combattere la deforestazione. E se le aziende non rispettano il nostro Responsible Sourcing Standard e non mostrano alcun desiderio di miglioramento, adotteremo misure decisive per eliminarle dal nostro sistema.

Rimangono ancora delle sfide

Ad ogni tappa del nostro viaggio verso l’eliminazione della deforestazione dal nostro sistema di approvvigionamento abbiamo incontrato nuove sfide. Man mano che ci avviciniamo alla scadenza del 2020, ci troviamo di fronte a dei veri e propri dilemmi.

Una delle prime sfide che abbiamo incontrato nel 2010 è stata la mancanza di una visione comune nello stabilire cosa s’intende per foreste e deforestazione. È qui che entra in gioco l’High Carbon Stock Approach (HCSA). Basandosi su una metodologia sviluppata da Greenpeace, The Forest Trust (TFT) e Golden Agri Resources, distingue le aree forestali da proteggere dai terreni a basso tasso di carbonio e biodiversità, che possono essere sviluppati in modo sostenibile.

Questo approccio consente lo sviluppo economico, ma tutela anche i diritti delle comunità locali, lo sfruttamento del territorio e dei mezzi di sostentamento attraverso l’integrazione di procedure di libero consenso preventivo e informato (FPIC). Nestlé è stata una delle prime aziende a includere un requisito di non conversione dei terreni High Carbon Stock nel suo Responsible Sourcing Standard. Questo strumento è stato fondamentale per aiutarci a mantenere il nostro impegno ad eliminare la deforestazione.

Rimangono ancora altre sfide. Una riguarda la misura in cui dovremmo concentrarci sull’eliminazione della deforestazione dal nostro sistema di approvvigionamento a scapito di un maggiore sforzo per eliminare la deforestazione a livello globale. Un’altra è capire che eliminare la deforestazione non significa solo evitare il disboscamento, ma anche affrontare alcune questioni sociali, dai diritti umani allo sviluppo economico delle comunità produttrici di olio di palma, costituite per il 40% da piccoli agricoltori.

Tagliare fuori i piccoli proprietari terrieri e le comunità vulnerabili per risolvere il problema della deforestazione in modo più semplice e rapido direttamente all’interno del nostro sistema di approvvigionamento non solo provocherebbe migliaia e migliaia di danni in termini di mezzi di sostentamento, ma aumenterebbe anche la pressione sulle foreste.

Impegnandoci in programmi come Rurality, lavoriamo per dare potere ai piccoli agricoltori nel nostro sistema di approvvigionamento: li sosteniamo per renderli più resistenti e perché producano in modo responsabile.

Il consenso globale è vitale

Data la mancanza di un consenso globale sul modo migliore per rispondere a queste sfide, vediamo la necessità di un nuovo modo di pensare e di una nuova piattaforma per creare consenso nella società civile, tra i produttori, gli utenti finali e altri soggetti. Per questo motivo siamo entrati a far parte dell’HCSA Steering Group, che affronta a testa alta queste questioni spinose.

Vogliamo far diventare l’HCSA la norma in tema di salvaguardia delle foreste. Lo faremo portando la nostra esperienza di lavoro con i piccoli agricoltori in vari e complessi sistemi di approvvigionamento e applicando gli strumenti e le tecnologie di cui tutti abbiamo bisogno per far sì che la deforestazione diventi storia vecchia.