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La catena di fornitura del caffè in Brasile

3 marzo 2016

Alcuni media hanno recentemente riportato la notizia secondo la quale Nestlé acquisterebbe caffè da piantagioni in Brasile che non rispettano i diritti dei lavoratori e inserite per questo nella blacklist del governo brasiliano.

Desideriamo innanzitutto precisare che siamo molto sensibili e attenti al tema dei diritti umani e delle condizioni di lavoro anche nelle piantagioni di caffè Brasiliane perché non siamo disposti a tollerare violazioni sui diritti dei lavoratori e il lavoro forzato non ha alcuno spazio nella nostra filiera.

Nestlé non acquista chicchi di caffè da piantagioni inserite nella “blacklist” stilata dal governo brasiliano. Tuttavia stiamo lavorando strettamente con i nostri fornitori principali, enti indipendenti e altri stakeholder per verificare quanto riportato e poter escludere che prodotti agricoli provenienti da queste aziende possano essere entrati nelle nostre forniture attraverso sub-fornitori.

Nel luglio 2015, una verifica di routine condotta dal Ministero del Lavoro brasiliano ha riscontrato pratiche di lavoro illegale in due aziende agricole che in passato hanno venduto caffè a uno dei nostri fornitori. Benché dalle nostre verifiche non fossero emerse evidenze di condotte illegali, una volta informati dei fatti abbiamo immediatamente eliminato queste due aziende dalla lista dei nostri fornitori, a titolo precauzionale e fino alla conclusione delle indagini governative.

Prendiamo molto sul serio queste accuse e ci attiveremo ulteriormente se e laddove necessario, anche con la costante revisione della nostra catena di fornitura o addirittura l'interruzione dei rapporti commerciali con quei fornitori che dovessero violare i nostri codici interni di condotta o che non dovessero intraprendere azioni correttive.

Ci impegniamo affinché i nostri fornitori e subfornitori rispettino le leggi nazionali e in aggiunta chiediamo a tutti i nostri partner di rispettare i Principi Aziendali Nestlé e il Codice di Condotta dei Fornitori. Lavoriamo costantemente perché questi principi vengano rispettati da tutti i soggetti che fanno parte della nostra catena di approvvigionamento, anche attraverso valutazioni condotte da terze parti indipendenti.

Affrontare seriamente problematiche come questa, in modo particolare il lavoro forzato, è complesso e richiede azioni coordinate da parte di tutti i soggetti coinvolti, come dimostra il “National Pact for Eradication of Slave Labour” iniziativa di cui siamo tra i firmatari.

Sosteniamo anche il divieto di utilizzare prodotti chimici pericolosi e promuoviamo l’importanza della sicurezza sul lavoro nelle piantagioni di caffè. Negli scorsi anni abbiamo distribuito dispositivi di protezione personale per i lavoratori in Brasile, ammodernato i depositi dei prodotti agrochimici, formato i contadini e i lavoratori delle piantagioni sulle pratiche di sicurezza nell’agricoltura e migliorato sanità e igiene.

Da parte nostra lavoriamo per aumentare continuamente la quantità di caffè prodotta nel rispetto delle nostre Responsible Sourcing Guideline (RSG). Quasi il 90% dei nostri fornitori di caffè Arabica brasiliano è certificato dal Common Code for Coffee Community verified (4-C),dalla Rainforest Alliance o fa parte dei programmi di sostenibilità di Nestlé.

Siamo consapevoli che molto deve ancora essere fatto per migliorare le condizioni lavorative nella catena di approvvigionamento del caffè in Brasile. Sappiamo di avere un ruolo in questo ambito e ci impegniamo a collaborare con tutti gli attori coinvolti per affrontare al meglio questo complesso problema.